20/02/2019 – Una donazione che “per i pazienti emofilici afgani significa la vita”. Sono le parole del dr. Arif Oryakhail, consulente tecnico per la salute pubblica dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo del Ministero degli Esteri, che si è fatto portavoce del Centro Emofilia di Kabul nel ringraziare il Centro Nazionale Sangue, la rete dei volontari del Civis e la Fondazione EMO e il Ministero della Salute. Il sistema sangue italiano, infatti, si era mobilitato nelle scorse settimane per inviare nel paese dell’Asia Centrale 2,1 milioni di unità, eccedenti al fabbisogno nazionale, di Fattore VIII e Fattore IX, medicinali plasmaderivati salvavita, essenziali per il trattamento dell’emofilia e di altre patologie.

“I genitori, appena sono stati informati dell`arrivo della donazione – ha raccontato Oryakhail – si sono messi in viaggio con i loro figli. I piccoli pazienti accompagnati dai loro genitori sono arrivati da tutte le Regioni dell`Afghanistan. Hanno affrontano il pericolo di un lungo viaggio pur di poter arrivare al Centro per una somministrazione di fattore. I genitori vivono nell`angoscia di non poter dare una terapia ai loro figli. Senza le donazioni non avrebbero nessuna possibilità di accedere alla terapia. I pazienti emofilici di tutto l`Afghanistan, i loro genitori vi ringraziano con tutto il cuore e vi sono profondamente riconoscenti”.

Ad unirsi ai ringraziamenti è stato anche Ferozuddin Feroz, ministro della Salute dell’Afghanistan che ha lodato l’impegno e la grande generosità dell’Italia e in particolare dei donatori di Emilia Romagna e Marche, regioni da cui provenivano le partite di medicinali inviati. Sono circa 12 milioni le unità di medicinali plasmaderivati che l’Italia ha inviato all’Afghanistan dal 2013, anno in cui è iniziata la collaborazione tra i due paesi. 

Le donazioni dei prodotti plasmaderivati – ha sottolineato il direttore generale del Centro Nazionale Sangue, Giancarlo Maria Liumbruno – servono ad assicurare una risposta efficace alle necessità terapeutiche di quei pazienti che altrimenti, in caso di bisogno, non avrebbero adeguato accesso alle cure e l’Italia ormai da anni è attiva nel campo della collaborazione internazionale. Non solo con l’Afghanistan ma anche con Armenia, Albania, India, Serbia e da poco con Palestina ed El Salvador”.