Cambio al vertice del CNS: una nomina all’insegna della continuità

 
Nato a Mogadiscio ma toscano d’adozione, classe 1961, laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Pisa, dove in seguito ha conseguito la Specializzazione in Patologia Clinica con indirizzo immunoematologico per poi ottenere a Strasburgo la “certificazione universitaria di insegnamento europeo” in “trasfusione del sangue”, è Giancarlo Maria Liumbruno a prendere le redini del Centro Nazionale Sangue, incarico ricoperto fin dalla sua istituzione nel 2007, da Giuliano Grazzini.
 
Un curriculum trentennale che spazia dall’esperienza in Marina Militare come ufficiale medico in servizio permanente effettivo, a incarichi di assistente e dirigente medico di I livello di immunoematologia e medicina trasfusionale presso Aziende Sanitarie del Friuli Venezia Giulia e della Toscana per approdare nel 2008 alla direzione di struttura complessa di immunoematologia e medicina trasfusionale nel Lazio.
 
Dal 2012 associate editor della rivista scientifica internazionale “Journal of Blood Transfusion” e, dopo una esperienza di dieci anni come associate editor della rivista scientifica internazionale “Blood Transfusion” dal 2015 ne è divenuto editor in chief. É autore di 80 pubblicazioni su riviste scientifiche indicizzate, 5 libri di testo e oltre 170 abstract, oggetto di comunicazioni orali e scritte a congressi nazionali e internazionali. Nel 2014 ha conseguito l’abilitazione Scientifica Nazionale a professore associato per il Settore Scientifico – Disciplinare MED/46.
 
Fin dalla sua costituzione, Giuliano Grazzini l’ha designato nello staff medico del CNS, come consulente tecnico-scientifico, per l’ambito regolatorio e della programmazione di rete.
 
Per questo, la prima domanda che le pongo è: come ci racconta questa esperienza di nascita e crescita di un Centro, creato, partendo in pratica da zero, implementato sia nella visione organizzativa, sia nella logistica, sia nell’immagine e che ora è una realtà legittimata anche in ambito internazionale?
 
Giuliano Grazzini, a partire dalla istituzione del Centro Nazionale Sangue, oltre a creare dal nulla la logistica e l’organizzazione del Centro stesso,  ha di fatto saputo conferire per la prima volta al sistema sangue italiano la consapevolezza di essere una rete unitaria. Questa rete, in pochi anni, ha compiuto un impressionante percorso evolutivo e si è recentemente resa conforme a requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi di matrice europea, collegandosi dunque, a pieno titolo, con la rete trasfusionale dell’Europa. Questo traguardo è stato raggiunto dopo un percorso molto impegnativo che ha visto attivamente coinvolte tutte le componenti  del sistema trasfusionale: Istituzioni (Ministero, CNS, Regioni), Associazioni di volontariato, Società scientifiche e  professionisti del settore.
 
Un esordio “really hot”, non solo per la stagione, ma anche per la criticità che si presenta nel settore, soprattutto in alcune Regioni, tra cui la Toscana, generalmente autosufficiente, che registrano una carenza di sangue. A differenza di 8 anni fa quando nacque il Centro, disponiamo di strumenti di programmazione e di SISTRA (la bacheca sulla quale sono esposte le esigenze regionali): quali altri strumenti aiutano a mantenere il sistema in equilibrio e cosa si sente di dire per tranquillizzare le tante persone che lamentano questa situazione?
 
L’equilibrio del sistema è garantito dalla programmazione annuale dei fabbisogni trasfusionali che si esprime con un vero e proprio “Programma di autosufficienza nazionale del sangue e dei suoi prodotti”, pubblicato annualmente sulla Gazzetta Ufficiale e frutto della attività di pianificazione dei fabbisogni regionali che viene coordinata dal CNS. Questo programma è incentrato sugli elementi strategici prioritari per l’autosufficienza regionale e nazionale del sangue e dei suoi prodotti, individua i consumi storici, i fabbisogni e i livelli di produzione necessari, definisce le linee di indirizzo per il monitoraggio della stessa autosufficienza e per la compensazione interregionale. La rete di relazioni tra le Strutture regionali di coordinamento per le attività trasfusionali, il coordinamento esercitato dal Centro nazionale sangue e gli strumenti di comunicazione dallo stesso resi disponibili consentono non solo la compensazione tra Regioni a produzione eccedentaria programmata e Regioni carenti, ma anche gli scambi non programmati ed in emergenza. Esiste, infatti, una conoscenza in tempo reale del bilancio nazionale tra produzione e fabbisogno che consente, anche grazie al ruolo attivo e fondamentale delle Associazioni e Federazioni di donatori, di modulare la produzione di emocomponenti.
Noi e l’Europa. Lo scorso 30 giugno si è concluso il lungo percorso di accreditamento del Sistema Trasfusionale Italiano e il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha commentato che questo “passaporto” in realtà è solo un check-in per iniziare un nuovo viaggio che mantenga il Sistema su alti standard di efficienza e qualità. Quale è la prossima tappa ove condurrà il CNS?
 
Il 30 giugno 2015 è stata appunto la data di inizio di un percorso destinato a consolidare l’evoluzione del Sistema sangue italiano che, in un futuro a breve termine, dovrà cimentarsi anche con la concentrazione delle attività di lavorazione e testing in grandi “poli di produzione” a valenza regionale e conseguire obiettivi sempre più sfidanti per essere conforme a quanto previsto dalle nuove e ancor più rigorose disposizioni europee cogenti (Good Practice Guidelines for Blood Establishments and Hospital Blood Banks Required to Comply with EU Directive 2005/62/EC. www.edqm.eu) di imminente introduzione. La rete trasfusionale, mediante il coordinamento dei CRS e con una attenzione costante alla sostenibilità, dovrà inoltre garantire la diffusione capillare delle attività di raccolta degli emocomponenti e l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza in medicina trasfusionale in modo da rispondere ai fabbisogni clinico-assistenziali dei bacini di utenza di cui al DM 70/2015 (Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera).
 
A Lao Tzu si attribuisce il detto: “un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo.” Il 1 agosto 2007 il primo passo lo fece Giuliano Grazzini e siamo arrivati fin qui, ma le nostre “millemiglia” sono ancora da percorrere. Un ringraziamento (anche personale) a lui e buon viaggio a Giancarlo Liumbruno.
 
Gloria Pravatà