“Un giorno ho visto arrivare l’educatore Giuseppe con con una benda al braccio. Credevo si fosse ferito ed invece mi ha spiegato di avere donato il sangue. Ne ho voluto sapere di più. Quando ho capito ho scelto di farlo pure io anche se temevo di essere troppo magro. Invece no. Ho potuto farlo e mi sento felice”. Dalla Nigeria all’Italia, dalla fuga per la sopravvivenza ad un gesto di solidarietà nella nuova comunità in cui è stato accolto. Il diciannovenne Winner Ozekhome, originario della Nigeria, ha voluto donare il sangue, accompagnato dall’educatore Giuseppe Malara, divenuto ormai anche suo amico, presso la sede dell’Avis comunale di Reggio Calabria, città dove è arrivato nel 2016 e dove oggi risiede con un permesso per motivi umanitari. “Avendo vissuto tante sofferenze ed essendomi ritrovato tante volte in pericolo ho compreso profondamente il valore della vita e il rischio di perderla”, ha raccontato Winner, sopravvissuto al deserto, alla prigionia e ai maltrattamenti in Libia, sfuggito ai trafficanti e ai militari dopo la fuga.

La sua fuga è iniziata sotto i colpi di arma da fuoco esplosi contro il dormitorio del college in cui studiava nel dicembre del 2015. Aveva 17 anni. Oggi Winner di anni ne ha 19 e frequenta il corso serale per conseguire il diploma presso l’istituto “Panella – Vallauri” di Reggio Calabria. Con altri giovani migranti è ospite nella parrocchia di Riparo – Cannavò – Prumo, accolto dalla comunità guidata da don Nino Russo. Winner frequenta gli scout di Archi e ha stretto delle amicizie; sogna di diventare un programmatore informatico e vorrebbe andare all’università. E’ il primo giovane africano ad essersi recato in Avis per donare il sangue. Ha raccontato di avere scelto di farlo dopo avere scoperto che molte persone avrebbero potuto continuare a vivere grazie al dono di sangue da parte di altri.