L’acido tranexamico è un farmaco che con grande successo viene utilizzato per prevenire o ridurre le perdite ematiche in diverse condizioni cliniche. Risulta già dimostrato che la somministrazione in tempi rapidi di acido tranexamico migliora la gestione dei pazienti con trauma severo e delle pazienti con emorragia post-partum senza aumentare il rischio di tromboembolia. 

A supporto di ciò si ricorda la recente pubblicazione da parte dell’Oms delle linee guida che raccomandano l’infusione del farmaco in tutte le donne con emorragia post-partum come trattamento standard entro 3 ore dal parto.

I dubbi legati al rischio di tromboembolia dopo utilizzo dell’acido tranexamico per via endovenosa nei pazienti sottoposti a chirurgia ortopedica, come protesi d’anca o protesi di ginocchio, vengono messi in discussione nello studio di revisione sistematica dei dati di letteratura  pubblicato su Blood Trasfusion (Franchini M. et al  Safety of intravenous tranexamic acid in patients undergoing major orthopaedic surgery: a meta-analysis of randomised controlled trials). La valutazione di 73 studi identificati, che includono circa 7000 pazienti, dimostra che l’incidenza di tromboembolia è sovrapponibile per i pazienti trattati con l’ac. Tranexamico per via endovenosa ed il gruppo di controllo (2,1% vs 2%).

 

Sicuramente il supporto farmacologico dato dall’ac. Tranexamico nella chirurgia ortopedica si inserisce nei programmi di PBM (Patient Blood Management) cioè di ottimizzazione  della “risorsa sangue”, come in quelli già dimostrati per la traumatologia e l’ostetricia.