Il Decreto 18 novembre 2009 ‘Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale (SCO) per uso autologo-dedicato’ riporta una lista di indicazioni cliniche in presenza delle quali è opportuna e permessa, in Italia, la raccolta dedicata di sangue cordonale. Si tratta di patologie per le quali è consolidato nella pratica clinica il trapianto di cellule staminali ematopoietiche (CSE). Maggiori informazioni su quando è consentita e quando è vietata, secondo la normativa vigente,  la raccolta e la conservazione del SCO al seguente link. 


Il sopraindicato decreto stabilisce inoltre la necessità di aggiornare periodicamente la lista sulla base delle nuove evidenze scientifiche. A tal proposito è stata istituita nel 2009 una commissione – Commissione DediCO – tra i cui compiti vi è la supervisione dell’elenco e l’aggiunta di patologie non ancora comprese.


“La Commissione è costituita attualmente da 8 membri rappresentanti le società scientifiche maggiormente coinvolte nell’attività trapiantologica per pazienti adulti e pediatrici (GITMO – Gruppo Italiano Trapianto di Midollo Osseo e AIEOP – Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica), la società scientifica che si occupa di genetica medica (SIGU – Società Italiana Genetica Umana) e un esperto di bioetica dell’Istituto Superiore di Sanità. Il Centro Nazionale Trapianti, in collaborazione con il Centro Nazionale Sangue, svolge una funzione di supervisione dell’attività”  spiega Letizia Lombardini – Responsabile area trapianti cellule staminali emopoietiche del Centro Nazionale Trapianti.


Il 22 aprile 2014 (G.U. 16 giugno 2014), dopo un’ analisi da parte della DediCO, con Decreto del Ministero della Salute, sono state introdotte nella lista le seguenti patologie: Sindrome di Down; Neurofibromatosi di tipo I; Immunodeficienze secondarie.


– Dott.ssa Lombardini come mai la Commissione ha giudicato opportuno l’inserimento nella lista di queste tre patologie?


Sulla base della valutazione di evidenze scientifiche che mostrano che tali condizioni morbose sono predisponenti lo sviluppo di patologie di tipo tumorale per trattare le quali si può ricorrere al trapianto di cellule staminali emopoietiche.


Ad esempio, fino ai dieci anni di vita, i soggetti con sindrome di Down hanno un rischio aumentato di circa 10-20 volte (se confrontati con soggetti non affetti da DS) di sviluppare una leucemia acuta, sia di tipo mieloide che linfoide. Una percentuale di questi pazienti sviluppa forme resistenti o con recidive a breve termine che richiedono un trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE). L’indicazione al trapianto è sempre legata alla valutazione dello stato generale del paziente e alla presenza di comorbilità ma diversi autori hanno segnalato la possibilità di eseguire con successo un trapianto di CSE in questa categoria di pazienti.


Si tratta dunque esclusivamente della possibilità di utilizzare cellule staminali emopoietiche a scopo trapiantologico per curare patologie neoplastiche associate alla condizione e non certo la condizione morbosa in sé (Sindrome di Down o Neurofibromatosi di tipo  I o Immunodeficienza secondaria).

 
– In particolare chi ne beneficerà?


Come per tutte le altre patologie presenti nella lista, anche nel caso di Sindrome di Down; Neurofibromatosi di tipo I, Immunodeficienze secondarie, sarà da oggi consentita la donazione e la conservazione del SCO dedicato al neonato con patologia in atto al momento della nascita o evidenziata in epoca prenatale, o per uso dedicato a consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta o pregressa che risulti curabile con il trapianto di CSE.